
le mie idee sulla vita e il mondo
Leggerezza
14.01.2012 10:42Raccolgo la provocazione intellettuale di un mio amico carissimo, che mi ha fatto notare che la sottovalutazione delle cosiddette attività leggere nella nostra vita è del tutto erronea.
Siamo in effetti culturalmente condizionati ad assumere una posizione falsamente morale nei confronti dell'organizzazione del tempo nella nostra vita.
Falsa perchè non è affatto credibile che uno si debba realizzare solo in attività impegnate come leggere o scrivere un libro, analizzare opere d'arte d'avanguardia, partecipare alla vita sociale, studiare ed aggiornarsi; e falsa perchè come spesso succede una volta fissato un bel principio morale, chiaramente ognuno per i fatti suoi disperde il proprio tempo in mille rivoli di attività inconcludenti.
"Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell'agire diversamente dal dovuto. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l'altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l'unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire. "
Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, anno 62 d.c.
Quando nell'adolescenza ho conosciuto l'insegnamento di questo antico maestro, ne sono stato favorevolmente impressionato. Il problema del tempo è il problema delle attività oziose, generalmente considerate sconvenienti dal punto di vista morale.
Ma se è poco ma sicuro che l'ozio sia il padre dei vizi, in realtà - quando uno se lo può permettere - è il momento per ritirarsi nel silenzio, nel proprio intimo, in un'attività magari fisicamente impegnativa ma rilassante per la nostra mente trafficata di distrazioni.
Proprio Seneca scrisse nello stesso anno il trattato De Otio rivolto all'amico Annio Sereno in cui illustra i vantaggi della prospettiva epicurea dell'ozio e di quella stoica.
Il mio punto di vista è questo: la mente umana ha necessità molteplici, e spesso ignote. Vivere nel costante impegno è uno stress alla lunga intollerabile, contro natura. Il momento della leggerezza ci vuole. Il momento dell'evasione, del non pensare a nulla, della chiaccherata del più del meno. Il momento del gioco. Del cd. cazzeggio.
Io sono contrario invece a quel tipo di evasione che comporta uno stordimento dei sensi. Sono contrario ad ogni forma di droga, chimica e multimediale. Alla musica assordante delle discoteche. A spendere troppe ore nel non concludere nulla. Sit modus in rebus.
Mi piace un'evasione leggera anche nel suo stesso spazio. Anche l'evasione non deve rubarmi il tempo alla vita produttiva. Non mi piacciono in genere le trasmissioni televisive troppo lunghe. Giusto il tempo di un telefilm, tre quarti d'ora. Non mi piace - e questo è stupefacente per molti miei colleghi di lavoro - trattenermi oltre una settimana in ferie. Mi piace vivere normalmente lavorando. Mi spaventa la propettiva della pensione - e grazie a Dio ultimamente il governo mi sta molto rassicurando in tal senso... ;)
No, la vita reale si sviluppa nella realizzazione di un'attività produttiva. E pure anch'essa non deve dominare nella totalità la ns. vita. La pausa è d'obbligo. Che sia anche frequente, ma breve. Il tempo di rilassarsi, di sgranchirsi le sinapsi.
Io lo confesso: mi rilasso in palestra ascoltando Schubert, guardando vecchi episodi di Star Trek alla TV, facendo un videogioco sulla console di casa. Una passeggiata con il mio amato padre, una chiaccherata con i miei amici del cuore, le coccole con mia moglie. Anche il momento della preghiera, visto che sono credente.
Niente di impegnato, ma qualcosa di molto importante per la mia vita.
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